"Salvare le ossa", Jesmyn Ward

Questa è la storia di sopravvivenza di una famiglia povera che vive in una sorta di periferia nascosta, in quella che viene chiamata la Fossa:

La Fossa sembrava una vasca dei pesci vuota, prosciugata e spopolata ma piena di sassi e pezzi di corallo finto

Così la descrive la protagonista di questo romanzo, Esch, una quindicenne che racconta la sua famiglia, il suo amore non corrisposto che la prendeva ogni volta che voleva per soddisfare i propri istinti, e gli altri a cui si concedeva con naturalezza, come se fosse inevitabile. Racconta anche la vita che cresceva dentro di sé, una piccola vita che non aveva un padre da rivendicare né una madre che se ne curasse.

Il colore avanza sul bastoncino come una cortina di pioggia. Qualche secondo dopo ci sono due linee, una per casella. Due gemelle filiformi. Guardo il bastoncino, mi ricordo cosa c’era scritto sulla confezione, al negozio. Due linee significa che sei incinta. Sei incinta. Sono incinta. Mi siedo e mi abbraccio le gambe, strofino gli occhi contro le ginocchia. La terribile verità di ciò che sono divampa nel mio stomaco come l’incendio di un arido autunno, e divora tutti gli aghi di pino caduti dagli alberi. Lì dentro c’è qualcosa.

Nella famiglia Batiste sono presenti anche Randall che per uscire dalla fossa aveva puntato tutto sul basket, Skeetah e la sua amata China, un cane da combattimento che nella sua costante ferocia riusciva ad amare solo lui, e Junior il più piccolo, il cui parto aveva segnato la morte della madre. E c’è anche il padre, un padre assente e perennemente ubriaco, annientato dalla morte della moglie, incapace di vivere. Ma è lui che lancia l’allarme del tornado e comincia a preparare la famiglia al tragico evento, quasi sentendo dentro di sé l’arrivo di una forza distruttiva che avrebbe travolto tutto e tutti.

Ambientato sullo sfondo dell’uragano Katrina, questo romanzo vincitore del National Book Award, è una coinvolgente esplorazione della resilienza, dei legami familiari e delle aspre realtà della vita sulla costa del Mississippi.

La prosa di Jesmyn Ward cattura l’essenza del Sud rurale con descrizioni vivide ed evocative catapultando il lettore in un mondo di povertà, abbandono e amore intenso.

Con l’arrivo dell’uragano, il legame della famiglia Batiste viene messo alla prova definitiva. Gli eventi che seguono sono strazianti e viscerali, costringendo i personaggi a confrontarsi con le proprie vulnerabilità e forze. Quel padre sempre ubriaco trova il tempo, prima di fuggire dalla furia dell’uragano, di prendere quello che di più caro aveva: le fotografie della sua famiglia, di sua moglie, messe al riparo in un sacchetto di plastica per salvarle dall’acqua.

In quei momenti finali, in quel meraviglioso penultimo capitolo, emerge l’unione di quella strana famiglia che sembrava resistere ognuno per conto suo alle avversità della vita, mentre in quel momento lottava tutta insieme. Si salvano tutti, ognuno con l’aiuto dell’altro, ognuno avendo il pensiero dell’altro.

Avevano perso tutto tranne la vita e questo bastava perché intorno a loro c’era distruzione e morte.

Mauro Monti
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