Presepe di Corviale - (c) Foto Mauro Monti

Al quarto piano del primo lotto di Corviale, davanti all’entrata della Fraternità dell’Incarnazione che dai primi giorni di vita del palazzo ha portato conforto e vicinanza alla popolazione residente, come ogni anno si è allestito il presepe.

Sul piano degli ascensori, un non-luogo da attraversare, d’attesa e di silenzi, di echi lontani che arrivano dai ballatoi e dalla strada, trova spazio la grotta di Betlemme con la Sacra famiglia, i Re Magi un paio di pastori e tutte le persone che quotidianamente passano lì davanti, come un invito a far parte di quella sacra rappresentazione e a entrare nel mistero del Natale.

Fermarsi davanti al presepe, magari di ritorno dopo una giornata di lavoro o prima di uscire in strada con quello stupore – come dice Papa Francesco – necessario a fare in modo che la nostra fede non sia superficiale o legata semplicemente a tradizioni religiose, ma viva. E lì affidare la propria giornata e tutti i problemi, in questa Betlemme sulla quale per molti non è mai passata la stella.

Dopo la preghiera, ognuno ha potuto portare a casa un ricordo: quel Gesù bambino che ancora non riposava nella culla ma che, affidato alle mani di uomini e donne, anziani e bambini, è potuto entrare nelle loro case a portare il segno del Natale, il senso vero di questa festa.

Presepe di Corviale - (c) Foto Mauro Monti

Presepe di Corviale - (c) Foto Mauro Monti

Presepe di Corviale - (c) Foto Mauro Monti

Presepe di Corviale - (c) Foto Mauro Monti

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