Mysterious Skin, Scott Heim

Questo romanzo è un pugno nello stomaco che non arriva da solo e all’improvviso, ma dopo una serie infinita di colpi al cuore e in testa. Un libro che ti mette al tappeto e che una volta finito non puoi fare a meno di stringere a te.

Mysterious Skin, pubblicato per la prima volta nel 1995 e successivamente adattato in un film profondo e riflessivo da Gregg Araki, si addentra nelle vite di due giovani ragazzi i cui percorsi si incrociano in modo inaspettato.

Non fa sconti Heim nel raccontare una serie di abusi subiti da alcuni ragazzi di una squadra di baseball da parte del loro allenatore. Di due bambini in particolare: Neil e Brian che metabolizzeranno in maniera diversa l’orrore subito e lo racconteranno in prima persona, insieme ad altri personaggi che ruotano intorno a loro.

Neil quasi idealizza quegli incontri, trasformando l’orco nel suo primo grande amore, quasi come se quegli abusi avessero fatto sbocciare, a 9 anni, la sua omosessualità, conducendolo però poi a una vita di autodistruzione che lo porterà anche alla prostituzione; fino ad un ultimo incontro a pagamento, di una crudezza infinita che lo porterà a odiare la sua vita, a odiare quello che è diventato.

Brian invece cancella inconsciamente quelle ore di violenza dalla sua esistenza e solo molti anni dopo riuscirà a colmare quelle lacune di memoria e solo dopo l’incontro con Neil. La sua mente lo protegge negli anni inventando una storia di rapimento alieno, di esperimenti avvenuti a bordo di una astronave che volteggiava con la sua luce blu sopra la sua casa.

Questo romanzo sfida il lettore a confrontarsi con verità scomode sulla condizione umana e sugli effetti a lungo termine di un trauma infantile. E mette gli adulti di fronte alla responsabilità di difendere i propri figli, di saper guardare, ascoltare, agire.

La scrittura di Heim è allo stesso tempo evocativa e lirica e trascina il lettore in un mondo che è allo stesso tempo angosciante e affascinante.

Mysterious Skin è faticoso, doloroso, ma necessario.

Mauro Monti
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