Le fogne di Lahore, un lavoro da cristiani

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Lahore - Photo AFP / Arif Ali

Più in basso di una fogna è impossibile andare anche perché chi si cala giù in uno di quei pozzi, è chiamato anche a scavare con le mani. Figurarsi poi se questo, sturare una fogna, diventa l’unico mezzo di sostentamento di una famiglia, e se la fogna in questione si trova a Lahore, in Pakistan, senza i mezzi di cui può disporre un collega di Roma o Milano e neanche il suo profumatissimo compenso.

E dunque, ogni giorno, a Lahore, c’è qualcuno che si cala giù nelle fogne della città, sfidando gas tossici, escrementi e altri rifiuti, per sturare gli scarichi di una metropoli di 11 milioni di persone.

E questo qualcuno è un cristiano perché i musulmani, che rappresentano la stragrande maggioranza degli abitanti, considerano questo lavoro indecoroso e impuro. Addirittura è capitato che alcuni medici musulmani si siano rifiutati in passato di curare un operaio intossicato per non toccare il suo corpo sporco e rimanere puri durante il Ramadan.

I cristiani in Pakistan costituiscono meno del due per cento della popolazione, ma occupano più dell’80 per cento dei lavori che coinvolgono la raccolta dei rifiuti, il lavoro nelle fognature e lo spazzamento delle strade.

La parola “chuhra”, tradizionalmente usata per descrivere coloro che lavorano nel settore dei servizi igienico-sanitari – e considerata estremamente dispregiativa – è ora sinonimo di essere cristiano.

In alcuni annunci di lavoro viene specificato che i lavori di pulizia sono riservati ai “non musulmani”.

Quanto guadagna uno spurgatore di fogne a Lahore? Nel servizio di AFP viene raccontata la storia di Shafiq  che dopo 22 anni di servizio riesce a portare a casa 44.000 rupie ($ 240) al mese, quasi il doppio dello stipendio degli spazzini e dei netturbini. Spesso capita di operare a distanza con un bastone di bambù, ma a volte bisogna entrare dentro, con stomaco e molto coraggio.

I rischi per la salute? Infezioni varie, tra cui tubercolosi ed epatite comuni, nonché malattie della pelle e degli occhi, per non parlare degli incidenti.

Un vero e proprio lavoro da poveri cristi, che per condizione sociale e l’impossibilità di far accedere i propri figli a un’istruzione superiore, legherà anche loro allo stesso destino, senza un’apparente via d’uscita.

Mauro Monti
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