Matt Talbot, la storia del santo bevitore

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Matt Talbot

Sabato 25 agosto, durante il tragitto che porterà Papa Francesco nella cattedrale di Dublino per l’incontro mondiale con le famiglie, il Papa si fermerà a venerare le reliquie del santo bevitore: Matt Talbot. Ecco la storia di questo uomo, dichiarato venerabile da Paolo VI:

In una strada di Dublino il 7 giugno 1925, domenica della SS. Trinità, mentre si stava recando in chiesa, un uomo improvvisamente si accascia e muore. Trasportato all’ospedale, intorno al corpo si scoprono catene a cui sono appese medaglie sacre incrostate nella pelle. Chi era quell’uomo? Si trattava di un pazzo o di un santo?
Matt Talbot, cresciuto in una famiglia di 12 figli, iniziò a lavorare prestissimo, a 14 anni, in una fabbrica di birra. Vedendolo tornare a casa ubriaco, il padre gli procurò un altro lavoro, come scaricatore di traghetti; qui, però, imparò ben presto due cose: a far sparire bottiglie di whisky dalle casse che scaricava, e le volgarità e le bestemmie che caratterizzavano il gergo dei lavoratori del porto.
Non riuscendo neanche il padre a farlo smettere di bere, provò lui stesso a uscire da quella situazione di degrado, trovando lavoro come muratore. Ma purtroppo le sue giornate finivano sempre in qualche osteria, dove scolava la sua paga fino all’ultima goccia.
La svolta arriva in un sabato del 1884 quando, finiti i soldi, aspettò invano davanti ad un’osteria che qualche suo compagno di lavoro gli offrisse una bevuta. Quella sera tornò a casa sobrio e davanti a sua madre, donna di profonda fede, annunciò di voler far voto di non bere più.
La sua nuova vita inizia con la confessione e la partecipazione assidua alla Messa. Pian piano la devozione eucaristica riesce a distaccarlo completamente dal vizio. La Madonna entra nella sua vita a completare il miracolo della conversione e a lei si lega con la consacrazione suggerita da san Luigi Maria Grignion de Montfort: tutti i giorni recita il Rosario e l’ufficio della Santa Vergine e come mezzo pratico per vivere nello spirito di tale attaccamento filiale a Maria, cinge il suo corpo con piccole catene.
Entrato nel Terz’Ordine Francescano, si applica ad imitare la povertà di Cristo, riducendo i propri bisogni al minimo indispensabile e dando il resto ai poveri. L’unico suo lusso sono i libri, la Sacra Scrittura, con particolare predilezione per i Salmi della penitenza, e le vite dei Santi.
Si dedica corpo ed anima a rendere migliore l’ambiente in cui vive e lavora, seminando pace e riconciliazione. Vive di Eucaristia, di Bibbia e di privazioni volontarie, rinunciando a formare una famiglia per poter essere completamente a servizio del Vangelo.
La morte lo prese povero, senza documenti e miseramente vestito. Fu identificato solo tre giorni dopo. L’11 giugno 1925, festa del Corpus Domini, si svolsero i funerali a cui parteciparono i suoi amici operai, i poveri che lui aveva aiutato di nascosto. In poco tempo, grazie ad una biografia della quale si vendettero 120.000 copie, tutta l’Irlanda conobbe la sua storia e la sua tomba divenne meta di pellegrinaggi; i sindacati posero una lapide commemorativa dove era vissuto e lo considerarono uno dei fondatori del Movimento dei Lavoratori Cristiani.
Nel 1931 iniziò la causa di beatificazione e il 3 ottobre 1975, Paolo VI lo dichiarò “venerabile”. Quando sarà proclamato Beato e Santo, la categoria degli alcolizzati e drogati avrà trovato un patrono a cui rivolgersi per risalire la china e convertirsi, un intercessore verso il Padre misericordioso, pronto ad abbracciare e a restituire la dignità di figlio a chi pensava di averla perduta per sempre.

Mauro Monti
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