Papa Francesco a San Bartolomeo all’Isola. Tre curiosità su questo reliquiario dei martiri del XX e XXI secolo

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Papa Francesco sabato 22 aprile, alle ore 17, celebra con la Comunità di Sant’Egidio la Liturgia della Parola in memoria dei Nuovi Martiri del XX e XXI secolo nella Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina. Questa chiesa, infatti, per volontà di San Giovanni Paolo II, dal 2000 è dedicata proprio ai Nuovi Martiri. L’inaugurazione ufficiale avvenne il 12 ottobre del 2002 con una liturgia ecumenica presieduta dal Cardinale Camillo Ruini, dal Patriarca di Romania Teoctist e dal cardinale statunitense Francis George, titolare della basilica. In quella occasione furono collocate croci e memorie cristiane nelle sei cappelle laterali, dedicate ai diversi contesti storici e geografici in cui i testimoni della fede hanno vissuto. Nella prima cappella della navata destra sono ricordati i testimoni della fede dell’Asia, dell’Oceania e del Medio Oriente; in quella seguente si ricordano i testimoni della fede delle Americhe; nell’ultima cappella della navata di destra si ricordano i testimoni della fede uccisi dai regimi comunisti. Nella navata di sinistra, la prima cappella è dedicata ai testimoni della fede in Africa; nella cappella successiva sono ricordati i testimoni della fede di Spagna e Messico; l’ultima è la cappella dei testimoni della fede uccisi sotto il regime nazista.

Tra le reliquie conservate, c’è la Bibbia appartenuta a Shahbaz Bhatti, la Croce di Suor Leonella Sgorbati, il Croficisso recuperato in Catalogna bruciato durante la guerra civile, Calice stola e patena di don Andrea Santoro, le reliquie dei beati Kokowna, Starowieyski e Popieluszko, il Messale di mons. Oscar Arnulfo Romero, la Pisside utilizzata dai cattolici albanesi.

In questo servizio del TG2000 le immagini e la storia delle reliquie conservate nella chiesa:

Il 7 aprile 2008 ci fu la visita di papa Benedetto XVI che pronunciò la seguente omelia: http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/homilies/2008/documents/hf_ben-xvi_hom_20080407_san-bartolomeo.html

La Basilica di San Bartolomeo sorge sull’area del tempio di Esculapio, il cui culto fu introdotto a Roma nel 292 a.C. dalla Grecia in seguito ad una pestilenza. La costruzione risale al 997 quando l’imperatore Onorio III volle onorare sant’Adalberto di Praga, martirizzato proprio quell’anno. Ci fu anche la richiesta del corpo di San Bartolomeo alla città di Benevento che mandò invece il corpo di San Paolino da Nola. Una volta scoperto l’inganno, l’imperatore espugnò Benevento portando il corpo dell’Apostolo a Roma collocandolo nella nuova chiesa.

Sono almeno tre le curiosità legate a questa chiesa:

  • L’osservanza del precetto pasquale

Qui, a San Bartolomeo, era esposto ogni 27 di agosto, l’elenco di coloro che avevano mancato il precetto pasquale; erano delle vere e proprie liste, chiamate “Stati delle anime” e venivano compilate (fino al 1870) da ciascun parroco della città. Zanazzo scrive:

«Quelli che nun aveveno pijiato Pasqua” er 27 d’agosto se vedeveno er nome e er casato de loro scritto sopra un tabbellone o cartellone de fôra de la cchiesa de San Bartolomeo all’Isola»

I nomi venivano incisi su una colonna, ora scomparsa, mentre chi era in regola con confessione e comunione riceveva un biglietto che certificava che gli adempimenti pasquali erano stati regolarmente osservati. Sulla colonna, oltre ai trasgressori, venivano scritti anche in nomi di chi si comunicava al posto di un altro in cambio di una somma di denaro. A quei tempi chi non rispettava gli obblighi religiosi veniva scomunicato, interdetto dagli uffici religiosi per arrivare addirittura al carcere e alle pene corporali. Il Belli nel 1834, recita:

Nun prenno Pasqua: ebbè? scummunicato

ho ppiù ffed’io, che un Giuda che la prenne

perché un bijetto se crompra e sse venne

e er chirico ne sa più del curato

 

  • Palla di cannone “del miracolo”

Nella Cappella del Sacramento è incastrata una grossa palla di cannone che risale all’assedio dei francesi alla Repubblica Romana nel 1849; è chiamata “del miracolo”: infatti la chiesa, che in quel momento era piena di fedeli, rimase illesa.

 

  • Il Cimitero degli affogati

A sinistra della chiesa ha sede l’Oratorio dei Sacconi Rossi, la Confraternita che pregava per le anime degli affogati del Tevere e curava le loro esequie. La cappella sotterranea conserva la tipica decorazione ossea presente anche nella chiesa dei Cappuccini a Via Veneto e in S. Maria dell’Orazione e Morte in Via Giulia. Dalla chiesa di Santa Maria dell’Orto a Trastevere, si muove fino all’Isola Tiberina, ogni 2 novembre, una processione che termina poi con la benedizione delle acque e la recita delle litanie per gli affogati.

https://youtu.be/qYKqGD3-kc4

Mauro Monti
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